Art In Latina with Zer

Rubrica: Art In Latina

Autori: Kode

Tempo di lettura: 4 minuti.

Per il secondo episodio di Art in Latina abbiamo incontrato e conosciuto Zer noto writer della scena pontina. Ci ha portati con lui in uno dei posti -Acquedotto di Cisterna- dove i graffiti sono pezzi integrati con la comunità, grazie al lavoro della crew Hawana Family, Abbiamo passato una mattinata fantastica con il bel sole e della fantastica arte.

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La prima domanda che ti pongo è quella di routine, come ti sei avvicinato ai graffiti e all’Hip Hop?

Mi sono avvicinato alla doppia H verso i 12-13 anni, attratto dall’estetica dei graffiti -che iniziai a fare nel 2006- che vedevo in giro o sulle fanze, attratto da quelle lettere messe lì, che anche se non volevi vedere non potevi evitare di farlo. Il primo approccio reale ai graffiti, fu quando trovai casualmente uno spray dalle parti di casa mia, e decisi di scrivere per la prima volta. Quello che mi trasmise la pressione dell’indice sul tappino mi lascio folgorato, e non mi ha ancora lasciato, dopo 12 anni ogni volta che schiaccio quel tappino provo un misto di sensazioni indescrivibili -che variano in base alla situazione- ma che a oggi posso dire sono la cosa che mi mantiene “vivo”, senza questa cosa non sarei lo stesso o non sarei manco qui forse..

La città in cui viviamo -una città provinciale- per te è stata un ostacolo oppure un trampolino di lancio per spingerti oltre le solite cose della quotidianità? Conoscendo persone che come te facevano parte di questa cultura.

La palude per me è “mi casa” , nel senso che per quanto abbia vissuto due anni all’estero e per quanto io possa andarmene, la palude non te accanna mai! La mentalità di una città di provincia piatta come Latina, è uno dei fattori che mi hanno influenzato, nel senso che fin dal primo approccio ai graffiti ho capito che questa cosa poteva essere un mezzo per “distaccarsi” dal resto della gente e eventualmente trovare qualcuno affine. Quando ho iniziato a disegnare il merito di avermi fatto fomentare con quello che vedevo per strada va a gente come Toner, my bro Zotone, unico vero all city di LT, Dosh (che saluto e con cui ho avuto l’onore di dipingere al Leake street tunnel a Londra),e molti altri ancora. Per il resto, sono sempre stato attratto principalmente da writer francesi, messicani o americani, non ho uno stile preferito diciamo.. tutto ciò che spacca è fonte costante di ispirazione e voglia di fare meglio

Il tuo stile si concentra molto sul lettering e sul’utilizzo dei colori, come mai? Hai avuto influenze da artisti più grandi (di fama mondiale e non)?

Secondo me alla base dei graffiti, ci sono le lettere. Il lettering è tutto se fai graffiti, poi se fai altro va benissimo che tu non sappia fare lettere stilose. Per me un pezzo con 20 colori mega effetti etc.. ma con un lettering scrauso, è un pezzo che fa cagare. Una volta elaborato un mio lettering, ho iniziato a provare diverse combinazioni cromatiche, oltre alle più classiche e mi sono trovato bene. Attualmente sto in fissa con i riempimenti neri e outline chiari, ma vado molto a periodi anche lì. Negli ultimi mesi mi sono chiuso solo sul lettering Chicano visto che il mio stile nei graffiti stava prendendo quella stessa direzione. Sto sperimentando anche la calligrafia, che devo dire si sposa alla perfezione con i graffiti, e ho iniziato da poco anche a tatuare, e qua un big up di dovuto rispetto va a mi fratello Otaf che mi ha insegnato le basi e di cui ho l’onore di portare sulla pelle diversi pezzi. Come fonte di ispirazione non ti saprei dire, sono troppi gli artisti che spaccano e che seguo.

Le motivazioni che portano un’artista a scrivere su un muro e/o treno il proprio nome o il proprio murales, secondo il tuo punto di vista da quale esigenza nasce?

Le esigenze possono essere diverse, c’è chi li fa per vandalismo puro e semplice, chi lo fa per abbellire, chi si rilassa dipingendo,chi ama il rischio… personalmente, per me scrivere è uno sfogo, esco a scrivere spesso quando sono preso male, solo marker e tanto nero d’inferno. Il mio umore influisce sempre sul modo in cui dipingo, sui colori, sulle lettere, negli ultimi anni ho trovato un giusto equilibrio, facendo pezzi colorate in spot molto tranquilli, unendo cosi anche la passione per l’urbex e l’esplorazione urbana(un saluto ai miei fra della GHC, you know who you are) senza però smettere di fare bombing, mi piace vedere il mio nome in giro, e credo questa sia una delle motivazioni che spinga molta altra gente. Un giusto equilibrio è la cosa migliore

Pensi che ci debba essere sempre un messaggio nell’arte? o che a volte lo si possa dimenticare e dedicarsi solamente allo stile?

Secondo me l’arte è fine a se stessa, nel senso che deve significare qualcosa come prima cosa per l’artista, non per un ipotetico pubblico. Il pubblico dei graffiti è la gente, la città stessa, è quella che ti giudica in un certo senso… Con questo non voglio dire che non si possano vendere opere, camparci o partecipare ad eventi anche prendendo soldi, come spesso capiscono i soliti 4 fenomeni che voglio sempre guadagnare su tutto ma poi ahimè, continuano a girare col bus. Se ci guadagni rimanendo te stesso, tanto di cappello, se fai la puttana per guadagnare due soldi e ti svendi, allora parliamo due lingue diverse. Per quanto mi riguarda, non dipingo con l’intento di mandare un messaggio, quanto più che altro per dire “Guarda, sono qua, esisto” per lasciare un segno, egocentrismo nel rivedere il mio nome in giro, per cambiare l’aspetto della città in qualche modo

Sapresti dare qualche consiglio ai giovani che si approcciano al mondo Hip Hop e in generale a quello dell’Arte?

Guarda, io faccio solo graffiti, le altre tre discipline non le pratico quindi non posso esprimermi su qualcosa che non faccio. Per quanto riguarda i graffiti, rimanete umili, fate la cosa vostra senza scassare le palle al prossimo, non smettete mai di imparare, ogni situazione è un qualcosa che insegna e mai smettere di migliorare. Sono più o meno i consigli che darei e do a me stesso.

Grazie Zer è stato un piacere…

Un saluto a street art latina, un bacione a Tinky e un saluto a tutti i pazzi con cui ho disegnato e disegnerò, e che ho incontrato grazie a questa cosa chiamata graffiti.

Stay real Zer1

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Pubblicato il 20 set, 2018