L’epidemia di ansia contagia i giovani: Aumentano le richieste di aiuto psicologico

Rubrica: Ca va sans dire

Autori: Santè Somminuti

Tempo di lettura: 8 minuti.

30/12

Giovedì

22:51

Oggi pomeriggio su insta ho beccato un post postato da Repubblica con una scritta bianca sopra una foto con qualche infermiere tutto imbacuccato, stiamo nella merda fino al collo.

Heyyy e tu sei felice??

Che fai, mi prendi per il culo?

Un amico una volta mi ha detto che al tg non parlano mai dei suicidi perché il parlarne potrebbe portare alcune fasce della popolazione a considerarla come opzione per porre fine alle proprie sofferenze, soprattutto le persone con dei problemi mentali. Incuriosito sono andato a cercare un po' su internet, ed esiste un vero e proprio fenomeno chiamato “effetto Werther” così definito perché alla fine del settecento ci fu un aumento del tasso dei suicidi tra i giovani, probabilmente riconducibili alla lettura di Goethe “Il giovane Werther” che per l’appunto ALLERTA SPOILER, alla fine del romanzo si suicida, il giovane Werther eh, mica Goethe; s’innesca come una sorta di emulazione, concetto ricorrente all’interno dei moduli della psiche umana. Se non vado errato, cresciamo proprio per modelli imitativi, e (di questo ne sono certo) la nostra identità, formata sì, anche dalla nostra personalità con delle caratteristiche propriamente genetiche, è soprattutto data dai feedback che riceviamo dall’esterno. Comunque, dal mio punto di vista è importante parlarne, specie ora; non stiamo parlando di Robin Williams, Kurt Cobain, Avicii o tal dei tali che si fa fuori, al momento c’è una vera e propria pandemia in atto: secondo i dati dell’ospedale pediatrico bambin Gesù di Roma, le consulenze neuropsichiatriche per fenomeni di ideazione suicidaria e tentativi di suicidio, sono passate dal 36% nell’Aprile 2019, al 61% nell’Aprile 2020 e al 63% nel Gennaio 2021; le ospedalizzazioni per le stesse problematiche sono passate dal 17% nel Gennaio 2020 al 45% nel Gennaio 2021. Non so te, ma io da quando ho 17/18 anni al suicidio ci penso spesso, ci penso e basta, non c’ho mai provato; l’interesse in merito nasce in particolare da una sfrenata curiosità per la morte, chissà che c’è…che non c’è…e un po' nasce da qualche problemino di fondo su cui sto lavorando. Qualche anno fa pensai di aver trovato una valida soluzione grazie a Maria e Asch e invece, invece niente. Forse dovrei provare con qualcosa di più forte, l’ho anche fatto in passato ma non ha funzionato, dovrei provare a riprovare ma al momento non c’ho quasi una lira, mi sa che mi tocca rimandare…e poi sarebbe comunque un altro circolo vizioso, anzi proprio un tunnel, il cosiddetto tunnel della droga.

…Choose Life

Me raccomando.

Comunque, in quest’ultimo anno ho elaborato una teoria: tra inquinamento atmosferico, virus, problemi psicologici etc. È abbastanza palese che stiamo nella merda fino al collo; siamo troppi cazzo, non possiamo farci niente. Pensa che nel 1900 la popolazione mondiale ammontava a poco più di 1 miliardo e mezzo, nel 1950 a poco meno di 2 miliardi e mezzo, nel 1974 poco più di 4 miliardi e ad oggi poco meno di 8 miliardi. Già Malthus, nel 1700/800/ vattelapesca, osservava che la popolazione tende a crescere secondo una progressione geometrica (2, 4, 8, …), con tempo di raddoppiamento di venticinque anni, mentre i mezzi di sussistenza tendono a crescere secondo una progressione aritmetica (1, 2, 3, …). Lo squilibrio che così si determina tra popolazione e mezzi di sussistenza può essere, secondo Malthus, eliminato in primo luogo attraverso la naturale funzione di “controllo repressivo” esercitata dalla miseria e dal vizio, che riducono la popolazione; in secondo luogo attraverso il controllo preventivo delle nascite. Sarebbe auspicabile che il progresso della società umana consistesse nel sostituire il più possibile il controllo repressivo con il controllo preventivo: ad esempio impedendo l’accrescersi eccessivo della popolazione mediante quello che l’economista chiama il «ritegno morale», cioè «con l’astenersi dal matrimonio per motivi prudenziali e con una condotta strettamente morale durante il periodo di questa astinenza».

Praticamente: SPACCATEVE DE PIPPE E DITALINI (e sesso orale).

  • “Cosa pensa il Vaticano di un ipotetico e ripeto, solo ipotetico, controllo delle nascite?”

  • “Mo te ariva un puniooo”

  • “E invece delle seghe?”

Silenzio. Domande fatte da un giornalista scomunicato all’istante da papa Francesco, che per altro era l’intervistato; tratto dagli stati generali sulla natalità 2021.

Mo, allora, penso che ci sia una sorta di vocina, o comunque una piccola parte nel nostro inconscio, per alcuni più forte, per altri meno (per qualcuno per nulla), che inizia a far affiorare in superficie, al nostro io, come tutto stia andando a puttane. Nonostante tutto, penso ci siano comunque dei lati postivi, come una sorta di salvagente buttato in mezzo al mare, che solo in momenti di vera difficoltà possono emergere realmente. Esiste (non solo secondo me) una sorta di inconscio collettivo, inconscio che da due anni a questa parte è andato letteralmente in tilt, talmente in tilt che non può più nascondere all’io, alla comunità umana, decenni di spazzatura sociale; ad esempio, segui il ragionamento: il “Covid 19” è un’esperienza comune, condivisa da tutti, che quindi a tutti, a chi più e chi meno (sempre in base alla sensibilità dal mio punto di vista) ha lasciato un segno nella vita di tutti e conseguentemente nell’inconscio comune. Mi segui?

Bene.

Mo, il fatto è che questa esperienza comune, di titolo, come menzione, sulla carta, non è stata vissuta da tutti allo stesso modo. Grazie al cazzo dici?

Aspe, quando dico che “non è stata vissuta da tutti allo stesso modo”, intendo che ognuno si è fatto un’idea sulla questione: no vax, no green pass, si all’obbligo vaccinale, è tutta una bufala creata da big pharma, il virus non esiste etc. Mo, ogni componente, indipendentemente dalla categoria a cui appartiene, crede fermamente a ciò che professa. Chi è no vax, fino a oggi (almeno, non ho capito se pure da domani) ogni cazzo di giorno o due, boh, va a farsi un tampone con esito negativo per poter avere il green pass, ormai c’avrà il naso come la patata di una cicciona, ma continua, finchè potrà, con questa daily routine, perché fermamente convinto sulla nocività dei vaccini…dove voglio arrivare? che a differenza ad esempio della seconda guerra mondiale, che uno diceva, vabbè la Germania ha dichiarato guerra agli alleati e bella: bombe di qua, bombe di là e in viaggio verso il fronte, non c’era troppo da fantasticare, non c’era trippa per gatti, col covid avoja a te a fantasticare, tra cinesi mafiosi e Biden che lo succhia a Michelle Obama…è una questione tanto diffusa, condivisa, comune, quanto soggettiva. E’ come se ci fosse un tavolo in mezzo a una stanza; se fosse marrone (oggettivamente parlando) e arrivasse uno proclamando che sia ad esempio rosso, o è daltonico o lo piglieremmo per scemo. Ecco penso sia la stessa cosa con il covid, per il “sì all’obbligo vaccinale”, il “no vax” è uno scemo e viceversa. Mo, dove voglio arrivare?

Ecco, al fatto che stiamo diventando tutti scemi lentamente, stiamo impazzendo inconsciamente, perché il covid ce lo vogliono propinare come un’esperienza “oggettiva”:

“Ragazzi, dal nulla è arrivato questo virus…mo fate i bravi che sistemiamo tutto”

Ma oggettivamente parlando, ognuno soggettivamente si è fatto un’idea e sinceramente, chi cazzo crede a sta minchiata dell’è uscito dal nulla.

Forse questo non è tanto positivo come lato…però dai, è forte scoprire che c’è un inconscio comune da cui vuoi o non vuoi, non lo ammetti, pensi di essere immune ma al quale comunque tutto devi.

Un altro lato secondo me positivo è che tranquillo/a (fai un cerchietto o una X sulla letterina che a te più si addice) stiamo tutti e 8 miliardi sulla stessa barca, chi in prima classe luxury e chi in smart economy, ma siamo tutti sulla stessa fottuta barca, un pò come in “Snowpiercer”, figo no?

Non so se ci siano stati momenti storici in cui l’uomo è stato così unito ma allo stesso tempo diviso, tutto il mondo in balia di un unico e comune parassita intracellulare ma allo stesso tempo ognuno nella sua calda casetta a trarre le proprie conclusioni (soggettivamente) per poi doversi rassegnare al fatto che dai, ammettiamolo, ormai non hai più possibilità di scelta: ormai senza green pass non puoi manco più fare la benzina al distributore automatico. Secondo la mia teoria, come la maggior parte dei disagi, frutti di una conflittualità interiore più o meno spinta, questa conflittualità planetaria non può che portare l’io collettivo, e a seguire a ruota l’io individuo, ad un malessere diffuso, di cui non riusciamo ancora a prendere pienamente consapevolezza. Il virus in tutto ciò, non è che la goccia che ha fatto traboccare il vaso:

“…è la storia di una società che precipita e che mentre sta precipitando per farsi coraggio, si ripete: fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene…”

Se a Milano una ragazzina si uccide la mattina del primo giorno di scuola, non credo proprio che il suo problema sia la scuola, il problema pare essere decisamente più profondo e radicato; ecco, penso, che anche per lei, anzi soprattutto per lei, tra pandemia, inquinamento, continuo ampliamento del divario tra ricchi e poveri, magari suo padre o sua madre che hanno perso il lavoro, magari il non avere amici prima di una pandemia, immagina dopo un anno e mezzo di asocialità, magari il non aver avuto modo di rimanere delusa dall’amore per un ragazzo o per una ragazza, magari lo svegliarsi a settembre alle 7 con 10°, passando per mezzogiorno a 30°, per poi arrivare alle 22 con 15°, magari l’essersi sentita privata di due anni di vita, forse due dei più belli nel pieno della sua adolescenza, per salvare dei vecchi, si dei fottuti vecchi, senza che nessuno le abbia mai detto un grazie, senza che qualcuno pensasse ai suoi diritti prima di imporle dei doveri, nel suo inconscio si deve essere scatenato qualcosa di cui nella sua innocente gioventù non era pienamente consapevole. Il suo io non ha retto, se ne fosse stata consapevole, probabilmente, sarebbe ancora qui, con noi, sul pianeta terra.

Intanto sempre su rete 4:

“…è uno di quei giorni in cui rivedo la mia vita, il bilancio non quadra mai…”

Da due anni a questa parte il POV on life di molti di noi giovani è cambiato. Fino a due anni fa, non so voi, ma il massimo delle mie preoccupazioni erano i likes per un post o perché la tipa con cui uscivo ancora non me la dava, o perché alla tipa che me la voleva dare, non gliela volevo prendere. Se potessi tornare indietro, le avrei prese tutte e lo avrei dato più spesso, anche senza preservativo, come quella volta in cui dovetti fermarmi (per sua scelta) perché né io né lei lo avevamo; tanto c’è la pillola, e se qualcosa nascerà… c’è l’aborto (citazione di Papa Francesco, contrario alla masturbazione fine a sé stessa, tratta sempre dagli stati generali sulla natalità 2021) e se c’hai l’hiv, l’aids è un incubo quasi lontano. Avrei un bisogno disperato di farmi una scopata; prendo il cell, mi chiudo in bagno, abbasso la zippo:

“…ho chiuso un poco gli occhi e con dolcezza è partita la mia mano…”.

Tra due giorni è capodanno, che poi si festeggia il 31 e non ho mai capito perché non si chiama fine anno…forse perché è a cavallo di mezzanotte, anche se non ho mai sentito di una festa di capodanno che iniziasse dopo la mezzanotte; anzi, oddio, una volta mi è capitata una situazione vagamente del genere, era 3 capo – danni fa, ero andato con i soci ad una festa in discoteca e durante il countdown stavamo percorrendo le scale che portavano alla sala principale: SQUALLOR. Comunque, anche quest’anno, allo scoccare della mezzanotte sarò con i miei genitori, chiuso in casa in quarantena preventiva, cercherò qualche bel film da vedere, berrò come Jim Morrison la notte del 3 Luglio 1971 e bella per tutti.

La chiamano evoluzione, ca va sans dire.

Pubblicato il 23 gen, 2022