Primo tramonto di primavera

Rubrica: Ca va sans dire

Autori: Santè Somminuti

Tempo di lettura: 3 minuti.

21 Marzo, primo tramonto di primavera, giornata Libera, contro le mafie, passata fumando storie dentro un centro sociale a cielo aperto. L’uomo è fatto per contraddirsi, non si scappa, non penso che papa Francesco non si sia mai masturbato in vita sua. Le storie contengono sostanze piscotrope, le quali sono illegali, vengono smerciate dallo stesso tipo di organizzazioni che sono quest’oggi, 21 marzo, primo tramonto di primavera, contrastate.

Prendo una coca cola, ma prima devo trovare parcheggio, Amir ha appena preso la fotocamera nuova che è una figata, entro inseguito dall’obiettivo di una lente, il che mi fa strano, non so, non ci sono abituato. Penso di essere un narcisista. Il dio del nostro secolo è il narcisismo, sono credente e credo che noi siamo Dio. Narciso - che in greco antico: Νάρκισσος, Nárkissos è un personaggio della mitologia greca - un giovane cacciatore, famoso per la sua bellezza.

Figlio della ninfa Liriope e del dio fluviale Cefiso, nel mito appare incredibilmente crudele, in quanto disdegna ogni persona che lo ama. A seguito di una punizione divina, s’innamora della sua stessa immagine riflessa in uno specchio d’acqua e muore cadendo nel lago in cui si specchiava. Secondo wikipedia, provo a non mentire a me stesso, riconosco allo specchio un viso familiarmente ignorante.

Cos’è l’amore?

Ecco, questa è una di quelle domande a cui non puoi sottrarti giunto a preciso punto del tuo cammino, questo è il tuo corpo, questa è la tua pelle, ormai sei circondato.

Cazzo ne so io

C’ho il cuore affumicato, non so che dire, non so che fare, immagina un prato verde, all’entrata c’è un cancello rosso che da di fronte il campo da basket di un liceo, una volta traghettato, c’è un viale con un chiosco sulla destra, a sinistra: un muretto, gruppi di tavoli di plastica verdi messi assieme per formare un mega rettangolo, con sedie attorno. Su una di quelle c’è una tipa, ogni rettangolo rappresenta un tavolo tematico, con Amir scegliamo qualcosa tipo sconto della pena e carcere. Attorno al tavolo commensali sono già pronti per dialogare tra citazioni filosofeggianti buttate a caso come esche nell’acquario. Gli unici due posti liberi sono vicini quella tipa. Fa caldo ma non troppo, c’è una brezza di vento alle 16’20 di un Lunedì di marzo, il primo tramonto di primavera. Amir fa il favore e si mette tra me e quella tipa. Non ho mai pensato di essere fotogenico, forse non dovrei mentire a me stesso ed ammettere di essere un tipo, niente di meno, niente di più. Forse ho trovato un lavoretto, 2 serate, cash subito, in mano destra, dentro i jeans, nel portafoglio. Sarebbe il giovedì e il venerdì, avrei il sabato libero, non male. Ultimamente non ci capisco un cazzo, anzi no, ultimamente da qualche ora, stamattina mi sono svegliato alle 7’30, solitamente non alzo le chiappe dal letto prima delle 11’00 nei giorni dispari e prima delle 10’30 nei giorni pari. Tensione insonne, ci si gioca il tutto per tutto, è il momento dell’orale, sono carico, ho dormito poco, appena è suonata la sveglia, sono certo che stavo facendo un sogno, era caldo, buio, bello e improvvisamente BAM, così, de botto. Ma chi stra cazzo me lo ha fatto fare? Dopo aver fatto una discreta prova, sarò durato buoni 15/20 minuti dai, c’è voluta un’ora e mezza per sapere l’esito. Ho scommesso e non ho scommesso sul cavallo sbagliato, lo so , ne sono certo, i bookmakers la notte scorsa sotto luci al neon verdi e blu, tra nubi di fumo di sigaretta, lo davano per perdente:

Abbi fede ragazzo, abbi fede

Ho fede, è andata, passato, idoneo: stringo la mano dei componenti della commissione, un po' per avvolgerli nel mio io (sono un narcisista del cazzo) e un po' per il saluto, non saprei come definirlo, alla romana se non ricordo male, comunque, calcola, i romani hanno dato il via di salutarsi dandosi la mano per poter controllare che colui che avevano incontrato non avesse armi con sé. Era una stretta più profonda della nostra: la mano toccava la parte interna del polso e fine dell’avambraccio. La prima stretta di mano è fondamentale.

Prendo una coca cola al chiosco, con la cannuccia, mi siedo e noto con la coda dell’occhio che la tipa non riesce a smettere di battere quel fottutissimo piede dentro un tacco nero del cazzo. Sei bella, quando mi dai le spalle, mentre t’alzi e t’allontani.

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Pubblicato il 27 mar, 2022