Amato Referendum Cannabis

Rubrica: Cannapalude

Autori: Ciop

Tempo di lettura: 2 minuti.

Quel referendum tanto “amato” e gridato a gran voce, qui cercheremo di darvi la nostra umile visione sulla questione.

Partiamo dall’inizio, il referendum proposto, cosa chiedeva?

Partiamo con il dire con estrema cortesia è: di leggere e informarvi da più fonti! Detto questo. L’intento era di uscire dalla morsa del penale e delle sanzioni amministrative. Per farlo il comitato promotore del referendum con il quesito chiedeva di “eliminare” alcune parti della 309/1990 ovvero:

  • Articolo 73, comma 1, limitatamente all’inciso “coltiva”;
  • Articolo 73, comma 4, limitatamente alle parole “la reclusione da due a 6 anni e”;
  • Articolo 75, limitatamente alle parole “a) sospensione della patente di guida, del certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o divieto di conseguirli per un periodo fino a tre anni.

Amato giustamente respinge il quesito che va in contrasto con la Convenzioni delle Nazioni Unite in materia di stupefacenti perché proprio quel “coltiva” farebbe venir meno al famoso accordo ovvero la possibilità di coltivare la “COCA” come dice l’amatissimo. Tra gli attivisti e le associazioni, c’era più di qualcuno che segnalava questa problematica, inevitabilmente usata per scardinare il referendum. Quindi ci si aspettava un risultato del genere ma l’ondata di firme è stata per tutti rinfrescante e ci avevamo creduto TUTTI… ci avevamo fatto la bocca a quel sapore di libertà!

Poi ci siamo svegliati, tornati a lottare!

Ipotizziamo, che la cannabis fosse legale anche per scopi ricreativi, che impatto avrebbe sull’economia e sul sistema carcerario?

Ad esempio.. Guardando altri paesi si parla di un indotto di circa 200K posti di lavoro introiti dai 10 ai 25 miliardi di euro che togli alle organizzazioni criminali. Sempre prendendo esempio altri paesi sostanziale calo dei reati legati alla cannabis con annesso sfollamento delle carceri. Poi non sottovalutiamo la conoscenza, se conosci sai a cosa vai incontro questo porterebbe a due realtà: la totale perdita d’interesse oppure la curiosità ma con sapienza creando così nuove realtà.

Insomma un mondo migliore rispetto a questo di oggi palesemente proibizionista.

Torniamo nella realtà. Quali sono i passi da intraprendere per continuare il percorso della legalizzazione ad oggi?

Prima del referendum era già in moto più di un’iniziativa come quello del Manifesto Collettivo sostenuto voluto e promosso da FreeWeed Italia, il DDL Perantoni, ci sono gli #SpiniNelFianco che con il loro movimento spontaneo stanno dando vita e forma agli Spini Generali oltre a tutti gli eventi che ormai da anni portano ad affrontare il tema legalizzazione. Ora più che mai c’è bisogno di unirsi più che idee, DDL, ecc…

L’ora è matura per una legge che liberi questa fantastica pianta e il suo amato consumatore.

Pubblicato il 28 apr, 2022